“L’italiano non è l’italiano: è il ragionare”. Questa frase tratta dal romanzo “Una storia semplice” di Leonardo Sciascia è stata ripresa dalla Suprema Corte per ribadire l’importanza di un’esposizione chiara dei giudici di merito. La Sentenza n. 17960/14 stabilisce che se il giudice scrive male, ossia se l’esposizione risulta essere poco chiara per logica e struttura espositiva, le parti risparmiano sulle spese processuali. Tali carenze infatti potrebbero influire non solo sulla scelta di proseguire il contenzioso in danno alle parti ma potrebbero anche generare delle liti inducendo i litiganti ad insistere, seppure in buona fede, con le proprie pretese. Già in passato i Giudici di Piazza Cavour si erano pronunciati sulla nullità delle sentenze scritte a mano quando la grafia è illegibile.