Da qualche giorno un nuovo spot pubblicitario di Audi circola su social e televisioni. La pubblicità di un’Audi RS4 con una bambina bionda appoggiata al cofano della macchina mentre mangia una banana, indosso un vestino a fiori, giacchetta di jeans e occhiali da sole. Il senso? Da ricercare, ma in molti si sono indignati. L’accusa maestra è quella che ritrae la casa automobilistica come razzista e sessista. In quanto la banana e l’auto sportiva alluderebbero a una simbologia sessuale e maschilista, utilizzando l’immagine di una bambina. Lo slogan era “Lascia che il tuo cuore batta più forte – sotto ogni aspetto”. Il secondo filone, altrettanto preoccupante fa immaginare la pericolosità della posa, dato che la bimba poggiata sulla punta anteriore dell’auto sportiva e piccola com’è, potrebbe non essere vista dall’eventuale guidatore e sarebbe inevitabilmente investita, come a volere trasmettere il messaggio che l’auto possa non fermarsi davanti a nulla, neanche di fronte alla spensieratezza e ingenuità di una bambina. Non è la prima volta che una casa costruttrice di automobili sia costretta a ritirare uno spot: a maggio Volskwagen era caduta in una gaffe simile, lanciando uno spot tacciato di razzismo in cui si vedeva una mano bianca sollevare un uomo nero come un fantoccio. In realtà, le intenzioni iniziali dell’annuncio pubblicitario di Audi erano quelle di far passare il messaggio che Audi RS4, nonostante abbia tutte le carte in regola per essere considerata come una “supercar” dovesse essere commercializzata anche e soprattutto come un’auto per famiglie, un’auto familiare per trasportare i bimbi dopo scuola, mentre fanno merenda in auto. “È stato un errore!” ha twittato la casa automobilistica assicurando: “Vi ascoltiamo e chiariamo: ci prendiamo cura dei bambini”. “Ci scusiamo sinceramente per questa immagine insensibile e ci assicuriamo che non verrà utilizzata in futuro.”, ha scritto Audi sul suo account, aggiungendo di aver avviato un’indagine interna per capire come l’annuncio sia stato pubblicato.