Alcuni modelli di auto prodotte da Volvo e Toyota sono finite nell’occhio del ciclone per malfunzionamenti legati a componenti elettrici e meccanici, che hanno spinto le due case automobilistiche a ritirarli dal mercato.

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Nel caso di Volvo le auto incriminate sono i model year 2016 delle S60, S60 Cross Country, V60, V60 Cross Country, V70, XC70, XC60 e S80 nelle versioni con il motore diesel a cinque cilindri, venduti principalmente in Europa.

Il difetto riscontrato è riconducibile ad un software che comanda la centralina, per cui il motore e l’elettronica si riavviano durante la guida. L’evento dura un secondo e finora non ha generato incidenti, ma di fatto risulterebbe uno spegnimento del motore in corsa con subitaneo restart con un indurimento della sterzo.

In totale sono state richiamate 59 mila auto. In Italia, nel solo gennaio 2016, sono state venduti 1.199 automobili Volvo, dunque se ne deduce che quelle passibili di richiamo sono molto meno. Volvo starebbe già inviando lettere ai proprietari dei modelli segnalati invitandoli a portare la loro auto presso il rivenditore più vicino al fine di aggiornare il software e impedire il malfunzionamento. La riparazione dura mezz’ora ed è gratuita.

Sotto accusa anche Toyota, in particolar modo i modelli Rav4 e Suv Vanguard, richiamati in 2,87 milioni di esemplari: i primi realizzati tra luglio 2005 e agosto 2014 e i secondi tra ottobre 2005 e gennaio 2016.

A generare problemi sono le cinture di sicurezza dei sedili posteriori che potrebbero danneggiarsi con il telaio metallico del cuscino del sedile. I in caso di incidente frontale grave infatti potrebbero tagliarsi e non trattenere correttamente il passeggero.

In Europa sono stati ritirati 434 mila modelli.