La Corte di Giustizia dell UE, con la sentenza n. 260/13 del 23 aprile scorso, si è pronunciata in merito al riconoscimento della patente negli stati dell’Unione.
La vicenda dalla quale la Corte è partita riguardava una cittadina austriaca trovata positiva ad una droga mentre guidava in Germania. Stando alle norme tedesche la guidatrice, pur avendo conseguito la licenza di guida in Austria, avrebbe dovuto perdere l’idoneità fisica necessaria per essere titolare di patente. Tale norma veniva a scontrarsi però con le leggi in vigore in Austria che prevedono requisiti fisici meno severi per concedere la patente a chi fa uso di droghe.
Le direttive europee stabiliscono solo requisiti minimi a livello comunitario, dando ad ogni stato membro la possibilità di applicare le proprie restrizioni per motivi di sicurezza ma solo nella fase di rilascio della patente.
Dunque uno Stato UE non può decidere di togliere validità ad una patente rilasciata da un altro stato membro ma può vietare al suo titolare di guidare sul proprio territorio, una volta che ha accertato che il conducente non ha i requisiti richiesti dalla propria normativa interna. La valutazione andrà fatta, anche dietro segnalazione delle autorità di un altro Stato, dal Paese che ha rilasciato il documento, basandosi sulle proprie leggi.