Cosa differenzia l’autista-uomo dall’autista-robot nell’era in cui le auto si guidano da sole? Il rispetto del Codice della Strada. E proprio per fare fronte alle continue evoluzioni tecnologiche si sta ragionando a livello normativo su un cambio delle regole.
In America, il segretario dei Trasporti Antony Foxx, ha annunciato di voler presentare nuove norme nazionali ad hoc per rilanciare il mercato automobilistico in crisi affidando il compito proprio ad una maggiore diffusione delle auto robotizzate.
Anche in Europa si sta discutendo delle conseguenze legali della robotica applicata alla guida autonoma nell’ambito della commissione istituita da Mady Delvaux-Stehres presso il Parlamento europeo, partendo da quanto elaborato al Sant’Anna di Pisa da Andrea Bertolini.
Diverse le case automobilistiche che negli ultimi tempi hanno puntato tutto sull’autista-robot, ma tra i colossi che stanno facendo di questa tecnologia una punta di diamante delle proprie attività emerge un’azienda che non ha nulla a che fare con le quattro ruote: Google.
La Google car si differenzia dalle sorelle marchiate Bmw o Mercedes per il fatto di voler puntare ad un mezzo che non ammetta interazioni umane, anche se le attuali norme per i test prevedono che abbia pedali e volante. E già emergono i primi “difetti”. La Google car sarebbe troppo ligia nel rispetto delle regole che invece il mondo umano spesso e volentieri continua ad infrangere, tanto che i 16 incidenti registrati dal prototipo, secondo Google sarebbero stati causati da interventi o asincronie con il mondo umano.
Due gli interrogativi che tormentano i costruttori di auto “autonome”: il rischio informatico, ossia il possibile attacco del sistema da parte di virus e le polizze assicurative. Ad oggi, in caso di incidente la responsabilità è del conducente, con la guida autonoma la colpa ricadrebbe sul costruttore…