Cosa unisce il Ddl Zan al Codice della Strada? La risposta è presto detta: esiste una norma, contenuta nella Legge 156 pubblicata nella Gazzetta Ufficiale numero 267 dello scorso 9 novembre, che richiama il Decreto che porta il nome del deputato Pd Alessandro Zan e che si riferisce alla pubblicità su strada. Al comma 4 bis, art. 23 del Nuovo Codice della Strada, con il fine di tutelare gli automobilisti ed evitare distrazioni alla guida, è “vietata sulle strade e sui veicoli qualsiasi forma di pubblicità il cui contenuto proponga messaggi sessisti o violenti o stereotipi di genere offensivi o messaggi lesivi del rispetto delle libertà individuali, dei diritti civili e politici, del credo religioso o dell’appartenenza etnica oppure discriminatori con riferimento all’orientamento sessuale, all’identità di genere o alle abilità fisiche e psichiche”.

 

La determinazione dell’illecito spetterà comunque ai magistrati che dovranno vedersela anche con le Assicurazioni che già ipotizzano possibili “concorsi di colpa” nei casi di incidenti riconducibili alla distrazione dovuta alla lettura di uno di detti messaggi.