Arriva, dopo oltre due ore di camera di consiglio, nell’aula bunker di Rebibbia la sentenza per il procedimento che vede sul banco degli imputati Pietro Genovese, accusato del duplice omicidio stradale di Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli, le due sedicenni falciate nella notte tra il 21 e il 22 dicembre 2019 su Corso Francia a Roma.

La condanna è di 8 anni di reclusione. Il pm Felici, a seguito di una lunga ed articolata requisitoria, aveva chiesto per l’imputato 5 anni di reclusione, una pena pecuniaria da definirsi e la revoca della patente.

Otto le “tappe” che hanno portato oggi alla sentenza pronunciata in primo grado dal giudice Sturzo, che inizialmente aveva rigettato l’abbreviato condizionato dall’escussione di un teste ammettendo invece l’abbreviato secco, per poi tornare sui suoi passi fino alla formulazione della pena odierna.

Durante la prima udienza, che si è svolta a luglio, la nostra Associazione si era costituita parte civile e il giudice aveva accolto la costituzione. Oggi l’Associazione era presente in aula, rappresentata dall’avv. Federico Cola, a sostegno delle famiglie delle due giovani e in nome di tutte le vittime della strada.

“Finalmente l’omicidio stradale – commenta il Presidente dell’Associazione familiari e vittime della strada basta sangue sulle strade Onlus Giacinto Picozza – inizia ad essere applicato. Il giudice ha infatti ritenuto opportuno innalzare la pena richiesta dal pm. Siamo vicini alle famiglie di Gaia e Camilla. Che la loro drammatica storia serva da monito anche a quanti credono che sulla strada chi uccide possa restare impunito”.