L’Asaps, Associazione sostenitori amici polizia stradale, ha condotto un’indagine in merito al numero di decessi avvenuti in seguito ad incidente stradale contro gli alberi. I numeri rivelano un allarme manutenzione, troppo spesso ignorata.

Secondo l’osservatorio Asaps nel 2015 le morti dovute ad uno schianto contro un albero sono state 127. Tra le vittime anche un bambino. 255 sono stati invece  i feriti, di cui 14 sotto i 13 anni. 10 gli incidenti plurimortali, 242 eventi in tutto (compresi i feriti): 103 al nord Italia, 72 al centro e 67 al sud e nelle isole.

Le cause sono riconducibili a diversi fattori, dal malore all’ebbrezza, dalla velocità alla distrazione ad ostacoli sulla carreggiata. Percentualmente i 127 decessi avvenuti per impatto contro un alberto rappresentano il 3,8% della mortalità stradale nel 2015, che ha visto crescere il dato da 3.385 del 2014 a 3.419 morti.

Asaps stila anche una classifica delle regioni nelle quali si è registrato il maggior numero di sinistri contro una pianta. La maglia nera spetta al Veneto, con 33 sinistri; seguono Lombardia (31), Toscana (27), Lazio (23), Abruzzo e Puglia (20), Emilia Romagna (18), Marche (13), Sardegna e Friuli Venezia Giulia (9), Piemonte, Sicilia e Umbria (8), Campania (5), Liguria (4), Calabria (2) e infine Molise e Trentino (1).

L’Associazione tenta di fare chiarezza anche sul Regolamento di attuazione del Codice della Strada in merito a quest’ambito e sottolinea come la norma imponga ai privati di non piantare alberi al di fuori dei centri abitati ad una distanza dal confine stradale inferiore alla massima altezza che la pianta potrebbe raggiungere. Disposizione alquanto nebulosa e non del tutto chiara poichè il legislatore omette di citare le differenze tra autostrade, strade, piste ciclabili e sentieri pedonali e inoltre senza  riferimento alcuno alle strade alberate extraurbane, lasciando alla libera interpretazione. Sul punto è intervenuta la Cassazione che nel 2010 ha spiegato che la regola debba essere estesa a queste arterie e specificando che gli enti pubblici hanno gli stessi obblighi del privato, come dimostrato da una recente sentenza che ha condannato Anas  per mancata manutenzione al risarcimento del danno nei confronti degli eredi di un giovane deceduto in seguito ad un incidente su una strada alberata priva di protezioni.