Doppio anniversario per le cinture di sicurezza che compiono 60 anni dalla loro introduzione su un’autovettura e 30 anni dall’inserimento dell’obbligatorietà nella normativa italiana. Nell’aprile del 1958 nacque il sistema di ritenzione per gli automobilisti a tre punti di attacco. Fu il risultato di un lavoro di squadra portato avanti dalla Volvo, da un ex ingegnere aeronautico Nils Bohline e dalla compagnia elettrica nazionale svedese Vattenfall. Il debutto delle cinture di sicurezza fu su due modelli Volvo, la PV544 e la Amazon; ma ciò che sorprese già da allora fu che la casa automobilista svedese, che ne deteneva il brevetto, autorizzò gli altri concorrenti ad introdurle nei loro modelli gratuitamente perchè consci che tale sistema avrebbe salvato numerosissime vite umane.

Ironia del destino nell’aprile del 1988 venne pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto che disciplinava l’obbligatorietà dell’introduzione della cintura di sicurezza a partire dall’anno successivo, così come fu obbligatorio installare i seggiolini per i bambini da 0 a 4 anni, nell’aprile 1989, e per i bambini dai 4 ai 10 anni su sedili anteriori e posteriori, nell’ottobre dello stesso anno.

I risultati di queste innovazioni sono difficili da quantificare ma è stato stimato che circa il 27-28% delle persone coinvolte in incidenti stradali sono sopravvissute proprio grazie alle cinture di sicurezza. Per questo motivo risulta paradossale come ad oggi il 30% dei passeggeri dei sedili anteriori e il 70% dei passeggeri dei sedili posteriori non indossi la cintura.

Le scoperte e le innovazioni possono salvare tante vite ma sta alla nostra coscienza e al nostro corretto agire quotidiano rendere concrete le conquiste ottenute nel tempo.