Annus Horribilis, il 2016, per i neopatentati della Capitale, secondo il bilancio effettuato dalla Polizia Locale: su un totale di 125 morti (uno ogni tre giorni) sulle strade romane, ben il 40% aveva preso il permesso di guidare da non più di tre anni. E’ questo uno dei dati più significativi riguardo l’anno da poco concluso; un bilancio, comunque, incoraggiante con 36 vittime in meno rispetto al 2015. Il dato più basso se si considerano gli ultimi dieci anni, con un trend generale in costante diminuzione. I conducenti di autovetture e motoveicoli rappresentano la porzione maggiore tra i deceduti: i pedoni restano la categoria più vulnerabile. La velocità è stata di gran lunga la causa principale degli incidenti mortali (64,08%), seguita dal fattore della distrazione del guidatore. Il bilancio (riferito alle strade urbane e consolari, con esclusione del Raccordo Anulare che è gestito dall’Anas) è all’insegna dell’ottimismo: sono circa 10 mila in meno i sinistri rispetto al 2006. Dati importanti che le stesse forze dell’ordine attribuiscono alla prevenzione ed ai controlli effettuati grazie allo street control e agli autovelox, che hanno cambiato le abitudini degli automobilisti negli anni. In un quadro simile, resta di fondamentale importanza l’educazione stradale che va fatta partendo dalle scuole per formare una generazione di automobilisti preparati e maggiormente responsabili.