Tramonta dopo il vertice di maggioranza di ieri pomeriggio il disegno di legge di riforma del Codice della strada per inasprire il trattamento sanzionatorio soprattutto sul versante penale.
Si è preso atto che l’intervento non è una priorità e questo lascia sbigottiti non solo gli addetti ai lavori che vedevano in questa riforma un’opportunità per dare finalmente giustizia a molte gravi ingiustizie che popolano l’emisfero giudiziario italiano. Oggi, avremmo voluto scrivere cosa sarebbe migliorato e, invece, vi diremo che tutto è rimandato e procrastinato.
L’utilizzo del cellulare alla guida, dunque, continuerà a non essere considerata un’aggravante.
Non solo, l’arresto di chi ha commesso un incidente continua rimanere facoltativo, ma anche nessun aumento di pena, per come previsto, ci sarà per chi cagiona la morte di più persone nel sinistro. Insomma, un’occasione persa, di quelle che, seppur motivate da una solida volontà alla base, non vedrà la luce, quantomeno per ora. Peccato, perché I dati della Polizia stradale e dal Corpo dei Carabinieri, elaborati nei primi sei mesi dell’anno nel nostro Paese, registrano 20.034 incidenti stradali che hanno avuto come conseguenza 11.706 persone ferite e 478 vittime (circa 111 al giorno e circa 5 ogni ora!). Solo per citare un esempio recente, avvenuto in Svizzera, e per far capire il l’esigenza ultra-nazionale di una riforma: un giovane di 22 anni, per non aver rispettato la distanza di sicurezza sull’A2, presso il Canton Argovia, si è visto recapitare un multa salatissima: 14.245,00 franchi, pari a circa 13.000,00 euro. Una multa a tre zeri, dunque, che produce come effetto quella suasion, forse necessaria, affinchè si presti più attenzione, più cautela alla guida.
Non solo, il capo dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus nel febbraio 2020, in apertura della conferenza mondiale sulla sicurezza stradale, stima che se non si interverrà con decisione entro il prossimo decennio “saranno 500 milioni i morti sulle strade.” É necessario accelerare l’adozione di misure per salvare vite umane”. Insomma siamo davanti ad una vera e propria pandemia, con numeri che devono farci aprire gli occhi e farci capire che non possiamo mai abbassare la guardia su questioni tanto delicate quanto critiche. Per chi ha responsabilità di governo: è ora di muoversi!