L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha presentato, lo scorso 19 ottobre a Ginevra, l’annuale rapporto sulla sicurezza stradale da cui si rileva che gli incidenti d’auto sono la prima causa di morte nel mondo per i giovani tra i 15 e i 29 anni e l’ottava per la popolazione mondiale di tutte le età.
“Le strategie per la sicurezza stradale stanno salvando vite umane – sottolinea l’OMS tramite il suo direttore generale Margaret Chan – ma il ritmo del cambiamento è troppo lento, soprattutto nei paesi più poveri. Il rischio di morire in un incidente stradale dipende ancora, in gran parte, da dove le persone vivono e come si muovono. Un grande divario separa i paesi ad alto reddito da quelli a basso e medio reddito, dove si verificano il 90% delle morti per incidenti stradali pur avendo solo il 54% dei veicoli di tutto il mondo. L’Europa ha il tasso di mortalità più basso pro capite (9,3 decessi ogni 100 mila abitanti), l’Africa il più alto con il 26,6. La media del mondo è di 17,5 morti ogni 100mila abitanti”.
Le morti registrate in un anno, nello specifico nel 2013, anno di riferimento dei dati analizzati, sono dunque pari a 1milione e 250mila.
Secondo le stime dell’OMS negli ultimi tre anni 79 Paesi hanno visto una diminuzione del numero assoluto di incidenti mortali, mentre 68 hanno registrato un aumento. La riduzione del numero di decessi su strada è dovuto soprattutto all’introduzione di norme nell’ordinamento giuridico dei Paesi dimostratisi virtuosi: “I paesi che hanno avuto più successo nel ridurre il numero di morti per incidenti stradali hanno raggiunto l’obiettivo migliorando la legislazione, l’applicazione delle regole, e rendendo le strade e i veicoli più sicuri”.
Questi i numeri del Rapporto:
- 105 Paesi hanno buone leggi sulle cinture di sicurezza che si applicano a tutti gli occupanti;
- 47 Paesi hanno leggi che definiscono il limite di velocità massima urbano in 50 km/h e che autorizzano le autorità locali a ridurre ulteriormente i limiti di velocità;
- 34 Paesi hanno una buoni limiti di legge per guida con una concentrazione di alcol nel sangue (BAC) limite inferiore o uguale a 0,05 g / dl nonché limiti inferiori di minore o uguale a 0,02 g / dl per i conducenti giovani e inesperti;
- 44 Paesi hanno leggi per l’obbligo del casco e richiedono che il casco faccia riferimento a un particolare standard;
- 53 Paesi hanno limiti per età o altezza dei bambini seduti sul sedile anteriore;
- il 23% di tutti i decessi stradali riguarda i motociclisti. Nelle Americhe la percentuale di decessi di biker è passata dal 15% al 20% tra il 2010 e il 2013. Nelle regioni del Sud-Est asiatico e del Pacifico occidentale un terzo di tutti i decessi stradali si verificano tra i motociclisti;
- il 22% dei decessi a livello mondiale riguarda i pedoni;
- il 4% dei decessi a livello mondiale riguarda i ciclisti;
- L’80% dei veicoli venduti in tutto il mondo non soddisfa le norme fondamentali di sicurezza, in particolare nei paesi a basso e medio reddito, dove quasi il 50% dei 67 milioni di nuove autovetture sono state prodotte nel 2014.
E l’Italia come si pone in merito a tutto ciò? Il Bel Paese viene considerato meritevole per quanto concerne i limiti di velocità e l’obbligo del casco ma risulta essere ancora in ritardo sulle cinture di sicurezza. I dati analizzati dall’OMS si riferiscono al 2013 e parlano di 3721 decessi in Italia, pari ad un rapporto per 100 mila abitanti di 6,1 a fronte di una media mondiale di 17,5.
L’OMS analizza anche l’applicazione delle norme su scala da 0 a 10 e in riferimento ai limiti di velocità ci assegna voto 8, in riferimento all’applicazione delle misure sui limiti dell’alcol voto 7, per l’obbligo del casco ancora voto 8 (il cui utilizzo è stimato al 90%) mentre otteniamo solo un 6 sulle cinture di sicurezza, conteggiando un utilizzo pari al 64% per chi siede sui sedili anteriori e uno striminzito 10% per chi siede dietro.
Dobbiamo impegnarci tutti, a partire dal rispetto delle regole e dall’applicazione delle norme, affinché l’obiettivo di ridurre della metà i decessi su strada entro il 2020 venga raggiunto.