La sicurezza stradale in Italia per la prima volta dopo dieci anni peggiora, soprattutto per motociclisti e pedoni. E tra i 18 e i 24 anni il tasso di mortalità alla guida è doppio rispetto alla media. Mentre aumenta del 3% il numero di vittime tra gli anziani che passeggiano (over 65). Sono alcuni dei dati rilevati dall’Ocse nel focus italiano del report annuale sulla “Road safety” appena pubblicato.
Mortalità superiore alla media Ue
Nel 2015, ultimo anno di monitoraggio, l’Italia ha infatti registrato un aumento delle morti in strada, pari a +1,4% con 3.428 vittime, un dato inferiore alla media Ocse (l’aumento medio è stato del 3,3%) ma con un tasso di mortalità superiore alla media Ue28. Anche il numero di persone gravemente ferite è aumentato del 6,4%. Morti e feriti che hanno avuto un costo umano ma anche economico, con un impatto totale stimato a quota 17,5 miliardi di euro.
I comportamenti dannosi
Il 10% degli incidenti sarebbe alcol-correlato, ma il numero di multe per guida in stato di ebbrezza è in calo. Non accenna a diminuire invece l’uso dei telefonini alla guida. In Italia circa il 5,1% dei conducenti utilizza il cellulare senza auricolare durante la guida e sono state circa 150mila le multe comminate per questo motivo. Fatica e sonnolenza spiegherebbero invece circa il 22% degli incidenti stradali. Da segnalare il dato gravissimo che solo il 43% degli automobilisti usa sistemi di ritenuta per i bambini.
Nel 2016 stime in miglioramento ma lontane da obiettivi Ue
Le prime stime sul 2016 vedono un miglioramento, con cali dello 0,8% sugli incidenti complessivi, del 4,7% sui decessi e dello 0,5% sui feriti gravi. Ma nonostante il miglioramento, secondo l’Ocse, ancora non ci siamo. «Il numero di morti in strada – si legge nel report – è sproporzionatamente elevato e non in linea per raggiungere l’obiettivo europeo di dimezzare il numero di vittime stradali entro il 2020”. Anche perché nel 2016 è stato rilevato un aumento della mobilità, con un numero di veicoli registrati nel periodo gennaio-giugno in salita del 18% e dei chilometri percorsi per veicolo in aumento del 3,7%.
Le grandi città uccidono di più
Le cause sono da ricercare soprattutto nel deterioramento della sicurezza di strade e autostrade (+6,3% i morti) e strade rurali (+ 2%). Nel complesso il numero dei decessi è leggermente diminuito sulle strade urbane (-0,2), ma a uccidere di più in assoluto sono le grandi città. È infatti aumentato notevolmente (+ 8,6%) il numero di morti nelle 12 principali città italiane. Tra i problemi rilevati dal Report Ocse la maggiore esposizione in termini di distanza percorsa, il largo ricorso al trasporto su strada.
L’auto continua a essere il mezzo di trasporto preferito e nel 2016 copre l’82,8% dei percorsi effettuati, rispetto al 13,4% degli autobus e al 3,7% delle due ruote motrici. Ma gli italiani iniziano ad amare anche il piacere di andare a piedi e anche l’uso dei mezzi pubblici è in aumento. I chilometri a piedi sono passati dal 14,3% al 17,1%.
In aumento anche le vendite di carburante dell’1,4% rispetto al 2014, con un +2% per il gasolio e un aumento del 5% per il gas Gpl, mentre le vendite di benzina hanno continuato a diminuire dell’1% in un anno.
A rischio pedoni e centauri
Il numero di vittime stradali ha raggiunto il picco nel 1972 con 11. 078 morti in strada. Tra il 1990 e il 2015, il numero di decessi è diminuito del 52%. La maggior parte di questi miglioramenti però sono sfumati negli anni successivi al 2000.
Dal 2000, il miglioramento più rilevante è stato registrato per gli scooter, grazie all’introduzione del casco, c’è stato una diminuzione dei decessi pari all’83,5%. E anche nel 2015 c’è stato un calo dei decessi per gli appassionati dei motocicli (-6,3%). Incidenti mortali in calo anche per i passeggeri delle auto (-1,5%) e per i ciclisti (-8,1%).
È andata invece molto peggio per i pedoni (+4,2%) e per gli amanti delle moto di grossa cilindrata (+9,8%). Non a caso andare a piedi nelle grandi città è meno sicuro che andare in auto: l’indice di mortalità (numero di vittime per incidente) per i pedoni è quattro volte superiore a quello degli occupanti delle autovetture (categoria di riferimento), e per i motociclisti e i ciclisti è più che doppia. Gli utenti vulnerabili della strada rappresentano più del 50% dei decessi.
Fonte: ilsole24ore.com