A Roma, presso il Consiglio regionale del Lazio, è andata in scena l’iniziativa “Stop alla morte… Diventa ambasciatore della sicurezza stradale” promossa dalla consigliera regionale Micol Grasselli, vice presidente della VI commissione. L’evento, realizzato in collaborazione con Mida Academy, Iuris, Mcf Consulting e il patrocinio di Konsumer, ha coinvolto figure istituzionali di rilievo, tra cui Antonella Zevini, Referente AFVS per il territorio di Albano Laziale (RM) e mamma di Giulia Capraro, scomparsa lo scorso 13 giugno. Toccante e profondo l’intervento di Antonella, che ha analizzato con puntutalità i diversi interventi necessari per ridurre l’incidentalità stradale oltre ad aver ricordato Giulia e tutte le vittime della strada. Riportiamo di seguito il testo del suo intervento:

“STOP ALLA MORTE, DIVENTA AMBASCIATORE DELLA SICUREZZA STRADALE”

14 dicembre 2023 ore 9,30 – Sala Mechelli, Consiglio Regionale del Lazio – Roma

Saluto le autorità istituzionali e tutti coloro che, a vario titolo, stanno prendendo parte all’incontro odierno.

Ringrazio la Dottoressa Federica Nobilio, la Consigliera Micol Grasselli e tutta l’Associazione Familiari e Vittime della Strada, in particolare la Dottoressa Silvia Frisina per l’opportunità di rivolgermi a voi oggi su una questione di fondamentale importanza e urgenza: le morti in strada. Il tema tocca il cuore della nostra società e richiede la nostra attenzione e azione collettiva.

Ogni anno, numerose persone perdono la vita o rimangono invalide sulle strade del nostro Paese a causa di incidenti stradali. Ogni singola morte rappresenta una tragedia che colpisce non solo le vittime, ma anche le loro famiglie, gli amici e l’intera comunità. È nostro dovere agire con determinazione per ridurre al minimo queste perdite umane evitabili.

Innanzi tutto, è imperativo migliorare l’infrastruttura stradale. Dobbiamo investire nella progettazione e manutenzione delle strade, garantendo che siano sicure e adatte alle esigenze della nostra crescente popolazione. La presenza di segnaletica chiara, attraversamenti pedonali    sicuri    e     aree     dedicate     ai     ciclisti     è     essenziale     per     la     prevenzione degli incidenti.

In secondo luogo, è   fondamentale   promuovere   una   maggiore   consapevolezza   e educazione stradale. Possiamo fare molto di più per informare i cittadini sui pericoli della guida sotto l’influenza di sostanze stupefacenti o alcoliche, sul rispetto delle regole del codice della strada e sull’importanza di pratiche di guida sicure.

La prevenzione, l’educazione e la sensibilizzazione sono una chiave per evitare la violenza stradale.

Inoltre, dovremmo intensificare gli sforzi per applicare le leggi sulla sicurezza stradale. Aumentare la presenza delle Forze dell’Ordine sulle strade, implementare   tecnologie avanzate per il controllo della velocità e punire severamente coloro che violano le norme di sicurezza, sono azioni necessarie per garantire un maggiore rispetto delle leggi stradali.

Al di là di queste misure pratiche, dobbiamo anche investire nella ricerca e nell’innovazione per sviluppare tecnologie avanzate di sicurezza veicolare.

Veicoli dotati di sistemi di assistenza alla guida avanzati e tecnologie di comunicazione tra veicoli possono contribuire a prevenire molte collisioni.

Oggi sono qui in rappresentanza dell’Associazione Familiari e Vittime della Strada, che mi ha conferito la nomina di referente locale per il territorio di Albano Laziale, perché il 13 giugno 2023 è morta la mia unica figlia Giulia Capraro, per sempre 17enne, in un incidente stradale, da innocente, da passeggera del sedile anteriore con la cintura allacciata. Giulia adesso avrebbe dovuto frequentare il V Liceo Classico con indirizzo scientifico, poi voleva iscriversi all’Università a Global Governance per poi diventare una giornalista; ma non sono qui solo per Giulia, la Sua Vita ha lo stesso valore di un ciclista, del ragazzo che ci consegna la cena a domicilio, di un nostro coetaneo che sta passeggiando su un marciapiedi o del bambino o dell’anziano travolto sulle strisce.

Una vittima della strada ha un costo elevato per la nostra società: dagli effetti più banali di chi deve ripulire la strada, a tutto il personale delle forze dell’ordine e medico sanitario, da chi non può tornare a casa o andare a lavoro in quei momenti, perché la strada è bloccata, ai vigili del fuoco che devono estrarre corpi, ai rilevamenti, alle indagini ed ai processi, fino al reinserimento ed alla rieducazione ad una guida corretta in caso di responsabilità.

Attraverso la morte di mia figlia Giulia vorrei far capire anche quello che succede in seguito ad un incidente mortale. Tutte le persone che perdono una persona cara in un modo così tragico ed improvviso diventano a loro volta vittime. Nel mio caso specifico non sono rientrata a lavoro, prendo dei farmaci, mi posso permettere sia culturalmente che economicamente un supporto psicoterapeutico e psichiatrico ma i miei professionisti hanno stabilito che io al momento non sia in grado di guidare, come potrei del resto mettere a rischio l’altrui incolumità proprio io che so cosa significa? Altresì non posso rimanere sola e quindi la mia rete di parenti ed amici mi sta sostenendo, chiedendo permessi a lavoro, sacrificando il loro tempo, declinando impegni personali, familiari e nonostante questo per coprire gli spazi vuoti sto pagando delle persone. Sono entrata in contatto con molte madri e molti padri orfani, o sorelle o fratelli, o nonni: ognuno reagisce al dolore in modo personale e non è mia intenzione giudicare nessuno, ma c’è chi a distanza di anni dall’evento non accetta di farsi aiutare da professionisti, non dorme la notte, fa uso di alcool, non riesce più a stare dietro ai figli che sono sopravvissuti che a loro volta saranno un problema per la società futura, subendone potenzialmente un danno; c’è chi si è suicidato, così da perdere altre vite innocenti, chi passa il tempo a cercare foglie o sassi a cuore o a fare fotomontaggi con i figli morti. Ecco, c’è chi si chiude in una stanza, si ammala e diventa un altro costo oltre al problema etico e morale. Non esiste un supporto strutturato reale e concreto neanche per chi rimane un sopravvissuto alla vittima della strada. Come verrà reinserito nella società, chi lo aiuterà, che altri danni causerà, anche in termini di cure fisiche e mentali? Io sono arrivata sul luogo dell’incidente da sola, ho visto mia figlia Giulia morta nella macchina, ho visto tutta la sua estrazione, oltre al dolore del mio lutto innaturale ho ricordi intrusivi e pervasivi improvvisi in qualsiasi momento della giornata, le ho chiuso gli occhi con le mie mani, su una lettiga per terra in mezzo alla strada, proprio io che le avevo dato la Vita quasi 18 anni prima, sono in cura anche con la tecnica EMDR per sperare un giorno di poterci convivere senza che il mio cuore, il mio corpo ed il mio cervello subiscano ulteriori danni oltre a quelli che già ho. Si dovrebbero accompagnare i familiari in modo diverso alla visione di un caro morto. Un genitore mi ha perfino raccontato che anni fa, ha raccolto i pezzi del corpo di suo figlio disseminati per strada.

Questo Dolore non andrà mai via, ma c’è tanto da fare: prima che accada, durante e dopo, sperando sempre che non accada più.

In conclusione, onorevoli membri delle istituzioni, dobbiamo considerare   la   sicurezza stradale come una priorità nazionale. Non possiamo permetterci di perdere ulteriori vite umane a causa di incidenti evitabili. Uniamo le nostre forze per migliorare l’infrastruttura, educare il pubblico, applicare le leggi e promuovere l’innovazione. Solo attraverso un impegno congiunto possiamo sperare di costruire un futuro in cui le morti in strada siano una triste pagina del passato.

Grazie.

Antonella Zevini, orfana della Sua unica figlia Giulia Capraro per sempre 17enne Responsabile AFVS – Associazione Familiari e Vittime della Strada Albano Laziale (Roma).